Il valore artistico e teologico del dipinto

“Madonna del Sole”

 

Nel mese di Novembre 1986, a cura dell'Istituto dì Storia dell'Arte dell'Università di Macerata, è stato pubblicato un prezioso studio di Emma Simi Varanelli dal titolo: "La glorificazione della Madre di Dio nei dipinti Marchigiani dei Secoli XIV e XV - il contributo essenziale della pittura della Marca alla definizione della figura dell'Immacolata".

La copertina figura proprio la Madonna del Sole di Belvedere, opera di Andrea di Bartolo da Jesi, fra le venti iconi più celebri delle Marche in questo periodo riprodotte nel testo.

L’autrice della dotta monografia svolge il tema a Lei caro soste­nendo che le Immagini Mariane nate nel clima fecondato dai predicatori al tempo dell'umanesimo, specialmente di S. Bernardino da Siena (1380-1444) preannunciano il dogma della Immacolata Concezione, basandosi sulla visione biblica di Maria come "Mulier amicta sole"= "Una donna vestita di sole" (Apocalisse XII, 1).

Questo segno del sole apparisce o nelle Immagini della Madonna che portano il Salvatore nel grembo come nel Santuario delle Grazie di Jesi, nel Santuario della Madonna della Misericordia a Belvedere, in quello di Candelara, in quello di Saltara, in quello di Gradara, oppure con il sole stesso come nel Santuario della Madonna del Sole a Belvedere.

A questo proposito la Simi Varanelli scrive: "L’affresco della Madonna del Sole di Belvedere Ostrense recentissimamente restau­rato (Novembre 1955), è una soavissima Immagine di Maria giovanetta biancovestita inscritta in una grande mandorla dorata. Ella non ha il bambino, ma in suo luogo presenta la caratteristica di un piccolo e luminoso sole raggiante sul petto. Datata 1471 è riconducibile alla mano di Andrea di Bartolo da Jesi.

Questa immagine, afferma la tradizione religiosa locale, com­memora una apparizione della Madonna e la ritrae fedelmente così come apparve alla vista del cieco miracolato raffigurato ai suoi piedi. Ma la data, ancora molto precoce, fa supporre che questa abbia tratto ispirazione anche dai testi immacolistici di S. Bernardino da Siena, i quali associano insistentemente la figura di Maria all'iconografia solare.

Infatti la predicazione Mariana di S. Bernardino si addensa tutta intorno al tema della Madonna in sole.

Nel Sermo in Nativitate Dominae, in Conceptione et in aliis festis, egli scrive: "Come il sole dapprima nell'aurora è dietro i monti, poi sorge radioso e infine appare nel mezzo del cielo (in emispherio coeli) così la Beata Vergine "habuit tres status solis" mentre era al mondo: fu aurora nella concezione, sole sorgente nella natività, sole di mezzogiorno nell'annunciazione.

S. Bernardino ritorna sul motivo della Vergine in sole, e sole essa stessa, nella predica sull'Incarnazione tenuta nella Chiesa di Santa Croce in Firenze durante il Quaresimale del 1425. Il sermone può considerarsi la pietra miliare della professione e predicazione immacolatista del Santo, posta sotto il segno della massima urbanità e discrezione ma nel contempo decisa nell'argomentazione e incomparabilmente suadente per gli occhi e per la mente.

Il Santo inizia la predica col celebrare le grandezze di Maria aventi per fondamento la sua Divina Maternità. Dopodiché la Vergine viene paragonata al sole: "Tre nature ha il sole: vigore, splendore e calore; e sempre le porta seco. Che vogliono denotare? The singulari sue eccellenze, la quale ab aeterno fu ordinato ch'Ella dovesse essere donna singulare".

La scrittrice passa quindi ad illustrare tante opere di Arte Mariana che esprimono queste "eccellenze" o Virtù di Maria SS.ma; alla fine così conclude:

"Nelle Marche, invece, a Belvedere Ostrense, ad una data assai precoce come il 1471, il tema prediletto del gran predicatore senese dà vita a una teofania della Vergine solare isolata da qualsiasi spunto narrativo che ne veli il trasparente significato immaculista.

La Madonna di Belvedere Ostrense è dunque una Immacolata, la prima delle Marche, descritta con linguaggio non più allusivo ma aperto e certamente una delle più arcaiche dell'intera area culturale europea".

Circa l'autore dell'affresco, E Colini, nelle sue memorie storiche, afferma che il pittore della Madonna del Sole di Belvedere

Ostrense sia lo stesso che ha miniato a Jesi la copia della Divina Commedia edita da Federico Conti.

Il restauro compiuto nel novembre 1985 è stato realizzato dal sig. Paolo Pecorelli. Recentemente il prof Attilio Pastori, Parroco in Jesi, ha scoperto nel museo Diocesano della Città quattro pergamene riproducenti una perduta serie di affreschi, dipinti da Andrea di Bartolo nel 1474 in S. Maria fuori di Monsano (territorio di Jesi) che narrano i miracoli compiti dalla Madonna del Sole. Nelle riproduzioni le fattezze e gli ornamenti della Madonna sono, infatti, palese­mente ispirati a quelli della Madonna del Santuario di Belvedere Ostrense. Si conferma così l'attribuzione dell'artista dell'affresco della Madonna del Sole.

Le pergamene, precedenti alla demolizione dei suddetti affreschi, sono state eseguite nell'anno 1648.

 

Pagina Precedente

Home page

 

Menu Storia del culto

Pagina Successiva